05 Un chicco
di frumento nel deserto
L'hanno ucciso a tradimento il primo di dicembre del
1916, nella sua tenda nel deserto, una parte di secessionisti, che risentivano
dei contrasti che stavano insanguinando l'Europa durante la prima guerra
mondiale. Qualche anno prima aveva scritto: "Pensa che tu devi morire
martire, senza niente di niente, disteso per terra, nudo, che non riusciranno a
riconoscerti, tutto coperto di sangue e di ferite, ucciso di morte violenta e
dolorosa". Doveva trascorrere quasi un secolo, un secolo di guerre
innominabili e di rivoluzioni inimmaginabili, perché questo chicco di frumento
vedesse riconosciuta dalla Chiesa in maniera ufficiale la sua santità. Un santo
dell'altro secolo proclamato all'inizio di questo. Eppure mai come questa volta
si tratta di un santo attuale, proponibile come esempio oggi più di ieri, una
dalle figure più splendide e provvidenziale per questo inizio di millennio.
Il visconte Charles Eugène della Foucauld, nato a
Strasburgo il 15 di settembre del 1858, da una famiglia della grande nobiltà
francese, ha avuto tutto, ma è stato segnato da due perdite importanti. Ha
perduto presto i genitori e, sull'aprirsi della vita, la fede. Da li è iniziata
un'esistenza disordinata. e vuota. Spendeva e spandeva con le compagnie più
sballate, al punto che la famiglia ha dovuto metterlo sotto tutore. Entrato
nella carriera militare e mandato in Algeria, la sua condotta fu così
scandalosa che l'obbligarono a scegliere fra lasciare l'amante o l'Esercito.
Preferì lasciare l'Esercito. Stanco e nauseato, inizia a domandarsi se questa è
una vita da fare. Intanto ritorna in Africa a esplorare il Marocco, meritandosi
la medaglia d'oro della società Geografica di Parigi. E' in questo periodo
della sua vita, nel 1886, che Charles, aiutato dal abate Huvelin, si converte
in maniera radicale: "Appena ho creduto che esiste Dio, ho capito che non
potevo vivere che per lui". Si tratta di trovare la strada che Dio gli
domanda per vivere la nuova stagione. Gli sembra che la cosa fondamentale è di
vivere l'umiltà e la povertà di Cristo a Nazareth, una intimità continua con
lui. E' la spiritualità del perdersi, del nascondersi, dello sprofondarsi, del lasciarsi morire per
Cristo. Entra nei trappisti, poi va in Siria, e in terra santa, poi si fa
ordinare prete. Il suo amore per la gente del deserto lo riporta in Africa, in
Marocco, nel deserto del Sahara. E a Tamarasset, da solo, una tenda che gli
serve da chiesa, da casa e da ambulatorio, sempre aperta a tutti quelli che
vogliono entrare, si consuma l'ultima parte, la più feconda della sua vita.
Contemplazione, assistenza ai tuareg, esplorazione e descrizione della loro
vita e della loro cultura. E' suo il prima dizionari tuareg-francese. Senza
nessun prurito di proselitismo, in gratuità assoluta e radicale, come un chicco
di frumento disperso nella immensità del deserto. Non ha lasciato alcuno
scritto organico, solo qualche spunto di riflessioni e preghiere. La semenza
sparsa da frère Charles inizierà a germogliare anni e anni dopo la sua morte,
nei Piccoli fratelli e nelle Piccole sorelle di Gesù sparsi per il mondo,
cercando di mettere la più grande straordinarietà interiore nel più grande
anonimato esteriore.
L'attualità di frère Charles sta nella gratuità, nello
sciogliersi nel mondo e al mondo, nell'eliminare ogni apparenza insidiosa e
sterile per privilegiare la sostanza, nel rinunciare alla conquista della
società lasciandosi conquistare dalla società, nel presentare un cristianesimo
inchiodato e apparentemente impotente e non un cristianesimo d'assalto,
arrogante e apparentemente vincente. Un cristianesimo minoritario come numero e
forza, ma evangelico e sostanzioso. Ma la novità più grande è la maniera di
affrontare il rapporto con le altre religioni, in particolare i musulmani.
Aveva provato con le baionette dell'Esercito francese, attirandosi l'odio. Ha
scelto il rapporto dell'amore e del servizio. Forse è la strada più giusta e
più attuale.