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Occhi che trasfigurano
Non
ho alcuna paura a confessare la mia ignoranza o, se preferite, la mia
ingenuità. Mi hanno sempre spiegato, da bambino in sù, che il
Signore può tutto e così,
per una vita intera, ho accettato e spiegato il miracolo della
trasfigurazione del Signore come
una luce che si è accesa a colpo sul volto di Gesù e i discepoli,
che lo avevano visto sempre come un uomo mortale, in un lampo e solo
per un lampo l'hanno visto nella realtà nascista della sua divinità.
Poi tutto è tornato come prima.
Dovevo
andare propio sul posto e trovare un eremita santo e intelligente che
ci faceva da guida per
finirla di pensare a Gesù come a una sorta di prestigiatore e
leggere il vangelo in forma più seria e profonda e vera. Frère
Jacques ci ha spiegato che
non si tratta di una luce accesa sul volto di Cristo ma di una luce
accesa nel cuore degli apostoli. Non è cambiato lui ma sono cambiati
loro e con i nuovi occhi hanno visto la realtà in maniera nuova.
Perché
una madre riesce a vedere il suo bambino come il più bello del mondo
anche quando la fa penare? Perché una moglie riesce a volere bene al
suo uomo, e lui a lei, anche quando la bellezza esteriore svanisce e
la poesia dei primi tempi lascia il posto alla prosaicità di una
convivenza sempre a rischio? Perché una persona riesce a fare per
anni e anni sempre le stesse cose, a fare mille volte quella strada,
a ripetere quella e sempre quella col cuore contento?
Perché
sono trasfigurati interiormente. Non è che la realtà sia luminosa.
sono illuminati loro. Ed essendo illuminati vedono tutto luminoso. O
almeno sotto una luce positiva che altri non vedono.
L'occhio
spento vedrà un porcile dove c'è un palazzo, mentre l'occhio acceso
vedrà un palazzo anche in un porcile. E riesce a trasfigurare una
stanza, un cortile, una persona malata e noiosa, una stagione della
vita. Addirittura un letto di ospedale e un cimitero
L'
ho provato e lo provo anche io, Nella mia esperienza di prete e di
maestro. Quando ho dentro di me la luce dell' amore, non c'è paese
che mi dispiaccia o persona che mi pesi o bambino che mi stanchi.
Perché vedo tutto coll'occhio splendente dell' amore e con quello
profondo della fede. Amore che colora e fede che trasfigura. Senza
deformare la realtà o nascondere ciò che non va. Difatti scopro
nella persone il volto di Cristo e vedo il paese come luogo che la
provvidenza mi ha affidato per i suoi progetti e per la mia salvezza.
Non
è che la gente prima di noi avesse un mondo più splendente. anzi
l'aveva sicuramente peggiore. Ma aveva occhi che trasfiguravano e
allora trovava la forza di portare la croce e la serenità del cuore
anche nella fatica del vivere. Dobbiamo chiedere la grazia di
illuminare gli occhi dell'anima e allora anche questo nostro Friuli
così povero di prospettive e questa vita moderna così ingarbugliata
e complicata e faticosa ci
piaceranno. E anche noi non chiederemo di scappare, ma di fare la
tenda in questo nostro tempo e in questa nostra terra.
In
oriente esiste un ordine monastico in cui i fratelli, trovandosi, non
si scambiano il buongiorno e neanche l’augurio di pace. Ma ognuno
dice al fratello: “Che il Signore
ti trasfiguri”. La questione è tutta qui. Non è importante
che si trasfiguri Lui, anche perché, con i nostri occhi spenti, non
riusciremmo a vedere niente. L’importante è che ci trasfiguriamo
noi. Allora compiremo il miracolo di trasfigurare anche la realtà e
daremo una tinteggiatura di resurrezione e di vita anche alla
situazione più ordinaria e prosaica.