giovedì 22 settembre 2011

22 Il mistero della madre


22 Il mistero della madre


QUESTO DOVEVA COMPARIRE PER LA SCORSA FESTA DELLA MAMMA

Il mese di maggio, ci riporta, almeno a quelli delle generazioni –anta, un po’ di nostalgia delle funzioni, dei canti, dell’allegria, dei dispetti del mese della Madonna, tanto che si è parlato della Madonna e non sempre a proposito!
Ma questo mese ci richiama anche un’usanza non liturgica, ma non meno significativa e bella: la festa della mamma, madre come la Madonna, ma che differenza di trattamento tra l’una e l’altra! Per dover esaltare la madre del Signore anche dove non era necessario, non hanno avuto economia nell’infierire sulle madri degli umani, rimaste sempre e solo figlie di Eva la peccatrici. Difatti Maria ha solo virtù; le donne hanno solo difetti. Una cosa sballata.
So che il discorso sulla madre è stato condizionato da una retorica sentimentalistica e banale oltre che strumentale. Dire che la reazione specularmente esagerata ed esasperata dei movimenti femministi, che hanno gettato via anche ciò che non andava buttato via: la grandezza della madre e il suo mistero.
Naturalmente il discorso vale anche per il padre, troppe volte tenuto di complemento come san Giuseppe, ma la nostra cultura, tradizione e la necessità hanno riversato sulle spalle delle nostre donne, il peso intero della famiglia e dei figli, con tanto peso e poca gloria. Peso che se una volta, era economico, oggi è tanto più complicato e difficile.
A detta di quelli che vanno urlando stupidamente sulle madri “moderne”, prive di principi, senza religione, tutte consumismo e materialismo, preoccupate solo di rovinare il “pargolo”, direi che allevare un bambino oggi è più difficile che una volta. Perché un tempo si aveva una specie sola di problemi, crudi ma limitati. Oggi invece sono infiniti, come le soluzioni della vita, e in più manca un punto di riferimento preciso d’ordine morale, religioso, pedagogico, culturale e l’illusione di un contraccambio. I bambini devono essere aperti e riservati, esperti e sospettosi, devono avere soldi e libertà ma nella giusta misura ….
E giù tutti a consigliare, a fare prediche e conferenze, a insegnare un mestiere che non si può mai insegnare perché ogni bambino è una novità e dunque richiede ai genitori, nuovi anche loro, di percorrere con coraggio e fantasia strade nuove.
Ho cercato di ricordare questa massima: che neanche la madre più cattiva non ha piacere di avere figli maleducati.
Anche perché il peso maggiore lo avrebbe lei, non il prete e il maestro, inoltre non si deve mai insegnare dove ne sanno più di noi e soprattutto non devono parlare quelli che non hanno competenza. Questo vale soprattutto per i preti, che dovrebbero tacere. Io non ho mai tenuto conferenza alle madri. Anzi, dico loro: “insegnatemi voi, in maniera che vi possa aiutare”.
Pensando a una madre, a ogni madre, il pensiero mi vola a Cristo buon Pastore e a Dio. Ce ne sono tante sulla terra, sono le sue tracce. Una orma straordinaria è il cuore della madre, condannato a dare senza pretendere e senza presentare il conto, a non essere mai stanco, stufo, gonfio, prosciugato. Noi, che esaltiamo la grandezza di Dio, perché non esaltiamo la grandezza di una madre e non abbiamo pena del suo cuore martoriato e riguardo nei confronti del suo mistero?
Per ogni madre, che conosco, e per tutte, chiedo il dono della pazienza, della fortezza, della speranza e dell’ottimismo. E chiedo loro una cosa che si può domandare solo a Dio: il dono del capire e del perdonare. E nessuno si arrabbierà se, insieme con le madri, anche se a un gradino più basso, metto la mia cagnolina, requie, le mie gatte e le mie canarine, tutte impegnate a prolungare il miracolo della vita.
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