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La montagna del Signore
“Alzo i miei occhi verso le montagne”. quante volte ho
pensato a queste parole del salmo in queste giornate di caldo? Ma il mio
interesse per le montagne è più profondo e vitale e da quando sono arrivato
nella prosaicità della pianura friulana, che i maestro di spiritualità
collegano con la mediocrità e la tiepidezza, i miei occhi guardano spesso in su,
in alto, verso la catena dalle montagne che, come una mano immensa, stringono
affettuose e sicure questa nostra benedetta terra friulana.
Il fatto è che io lassù ho le mie radici. Da lassù,
dalle montagne guardiane, proveniva mia nonna Sostasio frazione di Prato
Carnico. Da lassù, dalle montagne di Avaglio frazione di Lauco, proviene mia
madre. Lassù, su la montagna di Plauris, mio padre e il padre di mio padre hanno sacrificato gli anni più belli della
loro povera vita. E inoltre, sotto la Tersadia, è cresciuta la gente dal mio
primo amore.
La montagna come punto di riferimento, come punto
fermo in un mondo in cui tutto gira a una velocità al limite dell'
insopportabile. E la montagna è li, che ti saluta nel partire e ti aspetta nel
tornare, lei che ha nutrito i tuoi padri e che farà lo stesso con i tuoi figli.
Nessuna meraviglia allora che nella Bibbia
la montagna sia portata come esempio dell' eternità e dell' eterna fedeltà di
Dio. La montagna è grande ma non fa paura e se anche non ti puoi permettere
grandi confidenze, ti dà un senso di fiducia. Anche se non appartiene a nessuna
generazione, perché le nutre e le sotterra tutte, ognuna la sente contemporanea
e l'ammira e gode come una cosa sua.
La montagna, nel suo mistero, fa da ponte fra cielo e
terra. Difatti le sue radici si perdono nella profonda oscurità della terra e
la sua punta sfida l'immensità del cielo. Per questo gli antichi le hanno
sempre considerate la dimora degli dei e anche Mosè è salito sù in alto per
ricevere la legge.
Guardandola da lontano, sembra morta e senza vita, a
differenza dal mare in eterno movimento. Se però ti avvicini, trovi una varietà
infinita di piante ed erbe e animali e colori e odori. E ti regala anche il
profumo delicato di un fiore e il canto dolce e fantasioso di un uccellino. Per
non parlare della vita che si svolge sotto terra, la più straordinaria, che non
conosce riposo.
La gente cresciuta su di una montagna è differente da
quella cresciuta nella vastità immensa della pianura. è più discreta, radicata,
prudente e malfidente, legata alle sue idee e fedele nelle amicizie e nei
rancori. Dove i paesi sono al sole, avrai gente aperta e chiacchierona e dove
sono nell'ombra saranno più taciturni.
perché la montagna non è solo madre del corpo ma anche dell' anima e del
temperamento della sua gente. per questo, quando emigrano hanno
l'impressione di morire e quando tornano
i loro occhi e il cuore riprendono a ridere.
Il libro Santo, dovendo parlare dei misteri del regno
e dell' eternità, ha scelto la parabola della montagna. Difatti è posta in alto
perché tutti le vedono, e richiede fatica a salirla come ogni cosa è seria e ti
dà la visione globale, relativizzata e contraria delle cose come ce l'ha Dio.
Solo lassù si poteva apparecchiare la tavolata eterna, dove i primi a sedersi e
a ristorarsi saranno i poveri e i buoni.
Oh montagna eterna, oh eternità delle montagne! Chi
potrà salire la montagna santa? “Quello che cammina nell' onestà, che pratica
la giustizia e nel suo cuore dice la verità” (Sal 15,2). Ma anche i cattivi
avranno a che fare con le montagne. Quando gli diranno: “Cadete sopra di noi!”
(Lc 23,30).
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