27 La sorpresa della prima viola
Fedele al proverbio di “San Sebastiano con la viola in
mano”, dal venti di gennaio guardo ogni giorno e in ogni angolo per vedere
ripetersi il miracolo della prima viola. Sarà anche una superstizione, come i
romani col sole, ma anch’io amo vedere nel primo fiorellino, magari minuto e
spaurito, il segnale che ancora una volta la vita l'ha vinta sulla morte.
Quest’anno la sorpresa è stata raddoppiata: e per la
novità del fiore e per la stranezza dal luogo.
Difatti non l'ho trovata in un luogo santo come il
sagrato della chiesa e neanche in un luogo serio come la canonica e nemmeno in
un luogo frequentato come un fosso ai margini delle case, ma lontano, non avrei
mai pensato né di guardare né di trovare.
Stavo passeggiando come mio solito. Questo mi permette
di mettermi in comunione con la grande madre terra. Madre che noi figli
dovremmo trattare bene se non altro per interesse. E invece non perdono occasione
per finire di compromettere un ambiente già compromesso. Questo pensiero mi girava
in testa perché avevo trovato, uno spiazzo a confine di una stradina, i segnali
della miseria e della stupidità umana: carte, fazzoletti e gomme e plastiche.
Certa gente riesce in un colpo a sporcare l’amore e la terra.
Eppure il Signore mi ha fatto trovare proprio li, in
mezzo a tanta porcheria, il miracolo della prima viola. Anche se aveva avuto il
destino di nascere un luogo sporco, lei era pulita e il contrasto la faceva
sembrare, se fosse stato possibile, ancora più bella. Perché il contrasto tra
bene e male serve proprio a questo: a far vedere più bello il bene e più brutto
il male.
Mi sono chinato a raccoglierla e con sorpresa ne ho
viste altre, una stretta vicino all'altra, senza arroganza ma anche senza
complessi d’inferiorità Guardando a occhio, c'erano più fiorellini che non
carte, anche se le carte si vedevano da lontano e le viole ci si doveva
abbassare per vederle, poiché erano minute e nascoste. Il male fa sempre più
fragore del bene ma c'è più bene che male, altrimenti saremmo già estinti.
Dio, o la natura, ti manda questi esempi per farti
scuola di vita. Se guardo solo il male, mi prende la disperazione. E allora Dio
mi manda il fiorellino. Se guardo solo il bello, posso perdermi in uno stupido
ottimismo. E allora Dio mi mette sotto gli occhi anche la realtà del male. Così
riesco ad avere una visione realistica e vera della vita. Che è un miscuglio di
bene e di male. Il primo servirà per nutrire la speranza; il secondo per non
rinunciare alla prudenza.
Inoltre ho concluso che bene e male convivono tanto
insieme, come il frumento e la zizzania del vangelo (Mt 13,24-30), che non c'è
discarica in cui non vedi qualche fiore e non c'è giardino in cui non vedi
qualcosa di scarto. Cioè a dire che nella vita niente è perfetto e non c'è
situazione tanto sballata che non si possa trovare qualcosa di buono. Quelli
che incolpano sempre la società e la struttura, cercano solo un alibi alla loro
pigrizia e al loro conformismo. Tutti sappiamo che i campi di concentramento
sono tanto satanici che più di uno ha avuto la sensazione e la tentazione che
Dio non esistesse. Eppure mai come in quegli inferni sono riusciti a fiorire
rose straordinarie di solidarietà e di spiritualità. Una sorta di vendetta di
Dio e dello spirito sul demonio e la materia.
Signore, non lasciare mai la discarica del mondo senza
un fiore e la cattiveria degli uomini senza un raggio di positività.
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