29 L’immensità misteriosa del mare
La donna più anziana dal mondo, una brasiliana di 124
anni, ha chiesto come regalo di vedere il mare. La televisione la mostrava con
i piedi nell’acqua come una bambina e con gli occhi curiosi e paurosi che
guardava domandandosi che cosa ci poteva essere “al di là”. Perché il mare ti fa voglia e paura, unisce e divide,
ti sembra di averlo in mano con la prima scodella d' acqua e ti accorgi che hai
meno di niente.
Nessuna meraviglia che la civiltà sia nata ai bordi e
in giro al mare e che i popoli primitivi abbiano considerato questa immensa
pozzanghera piena di divinità e di bestiacce Anche Sant'Agostino, davanti al
mare di Ostia, col bimbetto che cercava di mettere in una piccola buca l’acqua
del mare, ha capito che non c'è niente da capire riguardo al mistero di Dio, ma
rimane solo da adorare. O al massimo bagnarsi i piedi e sguazzare ai margini
del mistero.
Ho sempre pensato che poche cose come il mare sono una
parabola, un'orma di Dio. Con le onde che segnano i secondi e le maree che
segnano le giornate dell' orologio infinito del tempo, che è eternità identità
ed eterna novità. Consolante e inquietante, appena che ti avvicini ti sembra
d'averlo in mano, ma appena ti addentri sai che non sarà mai tuo. E come Dio,
anche il mare è sempre vicino e sempre distante, è sempre domanda e mai
risposta.
Ma il mare è anche parabola della vita dell' uomo e
della sua anima. La vita unisce e divide, e sembra sempre uguale ed è diversa,
come sembra diverso ma è di una identità sostanziale. La vita ti sembra di
conoscerla e di dominarla e invece ti sfugge sempre, quando non riesce
addirittura a capovolgere la tua barchetta con le sue tempeste tremende e imprevedibili.
Se dovessi augurare una bella cosa a un amico, gli direi di essere come il mare,
che se anche in superficie è sempre in movimento e affanno, in profondità
conosce sempre la calma.
La luce del sole riesce a illuminare solo una piccola
parte e sotto è eterna notte e mistero, con i mostri marini che tutti sanno che
esistano e nessuno vede. Chi riuscirà a conoscere le profondità oscure della
storia e i pensieri e i desideri e le paure e le colpe che navighino nel
subconscio di ognuno di noi?
Nel fondo del mare sono nascosti tesori meravigliosi e
scheletri spaventosi come nel fondo della storia, anche inesplorata di fatti
straordinari di bontà e positività ma anche di violenza senza numero e di
sangue versato senza economia.
Cristo, quando voleva che si pescasse tanto pesce buono, ha detto agli apostoli di andare al
largo, dove il mare è più profondo, e
difatti hanno realizzato una pesca miracolosa. Posto che sulla riva si
possono pescare solo scarpe rotte e scatolame. Bisogna avere il coraggio e l'intelligenza
di andare al largo e in profondità. Questo vale per la conoscenza di se stesso,
e delle persone attorno a noi, della storia, della filosofia, della religione.
Una persona e un popolo superficiali, che non vanno in profondità, non pescano
niente, solo porcherie, e, se vogliono mangiare, devono accontentarsi di
scatolame prodotto non si sa da chi e con dentro non si sa cosa. In ogni caso
perderanno tutto il buono e il bello e il nuovo. Siamo già alla cultura, alla
comunicazione, alle idee, ai sentimenti preconfezionati, bolliti e
sterilizzati. Noi possiamo solo sfogare la fantasia nel scegliere l’aggeggio
che apre la scatola.
Ma il mare mi fa pensare anche al porto dell'
eternità, a cui la mia barchetta si sta avvicinando giorno dopo giorno, fra
mille paure e speranze.
Chissà se i bagnanti di Lignano , fra un gelato e una
scottatura, si rendono conto di avere davanti a sè tanta ricchezza di
significati?
Nessun commento:
Posta un commento