mercoledì 18 luglio 2012

29 L’immensità misteriosa del mare


29 L’immensità misteriosa del mare

La donna più anziana dal mondo, una brasiliana di 124 anni, ha chiesto come regalo di vedere il mare. La televisione la mostrava con i piedi nell’acqua come una bambina e con gli occhi curiosi e paurosi che guardava domandandosi che cosa ci poteva essere “al di là”. Perché  il mare ti fa voglia e paura, unisce e divide, ti sembra di averlo in mano con la prima scodella d' acqua e ti accorgi che hai meno di niente.
Nessuna meraviglia che la civiltà sia nata ai bordi e in giro al mare e che i popoli primitivi abbiano considerato questa immensa pozzanghera piena di divinità e di bestiacce Anche Sant'Agostino, davanti al mare di Ostia, col bimbetto che cercava di mettere in una piccola buca l’acqua del mare, ha capito che non c'è niente da capire riguardo al mistero di Dio, ma rimane solo da adorare. O al massimo bagnarsi i piedi e sguazzare ai margini del mistero.
Ho sempre pensato che poche cose come il mare sono una parabola, un'orma di Dio. Con le onde che segnano i secondi e le maree che segnano le giornate dell' orologio infinito del tempo, che è eternità identità ed eterna novità. Consolante e inquietante, appena che ti avvicini ti sembra d'averlo in mano, ma appena ti addentri sai che non sarà mai tuo. E come Dio, anche il mare è sempre vicino e sempre distante, è sempre domanda e mai risposta.
Ma il mare è anche parabola della vita dell' uomo e della sua anima. La vita unisce e divide, e sembra sempre uguale ed è diversa, come sembra diverso ma è di una identità sostanziale. La vita ti sembra di conoscerla e di dominarla e invece ti sfugge sempre, quando non riesce addirittura a capovolgere la tua barchetta con le sue tempeste tremende e imprevedibili. Se dovessi augurare una bella cosa a un amico, gli direi di essere come il mare, che se anche in superficie è sempre in movimento e affanno, in profondità conosce sempre la calma.
La luce del sole riesce a illuminare solo una piccola parte e sotto è eterna notte e mistero, con i mostri marini che tutti sanno che esistano e nessuno vede. Chi riuscirà a conoscere le profondità oscure della storia e i pensieri e i desideri e le paure e le colpe che navighino nel subconscio di ognuno di noi?
Nel fondo del mare sono nascosti tesori meravigliosi e scheletri spaventosi come nel fondo della storia, anche inesplorata di fatti straordinari di bontà e positività ma anche di violenza senza numero e di sangue versato senza economia.
Cristo, quando voleva che si pescasse tanto pesce  buono, ha detto agli apostoli di andare al largo, dove il mare è più profondo, e  difatti hanno realizzato una pesca miracolosa. Posto che sulla riva si possono pescare solo scarpe rotte e scatolame. Bisogna avere il coraggio e l'intelligenza di andare al largo e in profondità. Questo vale per la conoscenza di se stesso, e delle persone attorno a noi, della storia, della filosofia, della religione. Una persona e un popolo superficiali, che non vanno in profondità, non pescano niente, solo porcherie, e, se vogliono mangiare, devono accontentarsi di scatolame prodotto non si sa da chi e con dentro non si sa cosa. In ogni caso perderanno tutto il buono e il bello e il nuovo. Siamo già alla cultura, alla comunicazione, alle idee, ai sentimenti preconfezionati, bolliti e sterilizzati. Noi possiamo solo sfogare la fantasia nel scegliere l’aggeggio che apre la scatola.
Ma il mare mi fa pensare anche al porto dell' eternità, a cui la mia barchetta si sta avvicinando giorno dopo giorno, fra mille paure e speranze.
Chissà se i bagnanti di Lignano , fra un gelato e una scottatura, si rendono conto di avere davanti a sè tanta ricchezza di significati?

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