mercoledì 4 gennaio 2012

01 A un prete prepotente


01 A un prete prepotente



Ho sentito gente del tuo paese bestemmiare mentre tu passavi. Un prete che fa bestemmiare la religione...Dio, che danno e che tragedia! Noi, che siamo messi perché gli uomini, vedendo le nostre opere buone, glorifichino il padre che è nei cieli (Mt 5,16)!
Persone che ritengo libere e cristiane mi hanno detto che sei prepotente e che tu credi di avere la delega dal padre eterno e che hanno più paura di te che non di Lui. E il più anziano, che è il più fedele, mi ha detto con le lacrime che sarebbe molto meglio restare senza prete.
Forse sei prepotente perché ti senti nel' ordine, nella ortodossia, nella schiera ridotta dei giusti. Io, che sono ai margini dell'ordine, di dubbia ortodossia e di scarsa virtù, tollerato come Calimero, non posso permettermi d'essere prepotente, perché mi verrebbe da ridere per primo. Accetta allora due parole a nome e a pro della “massa damnatorum” che è sempre stata la maggioranza, in cima alle premure comprensive del Signore, unico pastore e Redentore e senza deleghe.
Non illuderti d' essere tu il pastore delle pecore, dal momento che anche tu sei pecora o ariete. Non crederti padrone della grazia, che anche tu hai bisogno della grazia e del perdono. Come e più di tutti.
Non essere troppo sicuro dei progetti di Dio, perché lui rimane misterioso e incomprensibile anche per il prete e per il papa. Se sei troppo sicuro di Dio o sai troppo di lui, spaventati, perché rischi di avere fra le mani un idolo, diventando così il primo idolatra dal paese.
Non essere mai sicuro che la gente non si salvi e tu sì, perché Dio è grande soprattutto nelle sorprese.
Non crederti giusto solo perché conosci tutti i pronunciamenti della Chiesa e i dogmi e rispetti la legge. La parola di Dio conosce anche altri canali e così la sua misericordia.
Se la fede è un dono di Dio e non è soggetta a nessun controllo, preferisco pensare che la gente l'abbia, dal momento che neanche tu sei sicuro di possederla.
Non sentirti forte perché riesci a mettere in riga i piccoli e i deboli. Quelli sono sempre stati in riga. Nei miei anni da maestro, ho dato tre schiaffi, che mi sembravano giusti. Spero che i bambini li abbiano dimenticati, ma io non riesco, perché non c'è onore nel picchiare uno che non può difendersi. C'è più onore a tenere duro e contendere col vescovo e con i grandi che non con la gente. Non metterti contro i piccoli e i poveri, tu che sei venuto fuori da gente piccola, dove Dio va a scegliere le sue rose.
Non avere prurito di difendere Dio, che non ha bisogno di te. Difendi la tua gente davanti al Signore e troverai tanti avvocati per te.
Quando alzi la mano per minacciare o per negare l’assoluzione, ricordati che c'è una mano più grande della tua e che ci tiene sotto tutti.
Non rovinare i momenti forti della fede, come un battesimo, una prima comunione o un matrimonio, che sono per gli altri anche momenti di festa, con appigli e cavilli che non valgono un danno che li segnerà per tutta la vita. I sacramenti sono stati messi per gli uomini e non contro essi. L’unico che potrebbe essere cattivo o severo sarebbe Cristo. Ma lui si sedeva in tavola con i peccatori e invece di condannarci tutti ha disteso le braccia sul legno della croce, cosa che tu non hai fatto.

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