mercoledì 22 agosto 2012

34 Ogni terra è santa

34 Ogni terra è santa
Giunti alla fine della traduzione della Bibbia, il nostro gruppo di “Glesie Furlane”, che ha sempre privilegiato un confronto sistematico fra Bibbia e vita e popolo, ha proposto un viaggio in Palestina, nei luoghi che Dio ha scelto come culla e contesto dell' incarnazione del figlio. Nell'occasione ricorderò, insieme agli amici, i miei trent’anni da prete: tanti, tormentati ma anche esaltanti.
Andando in terra santa, non mi aspetto di trovare niente di particolare e non vado neanche con curiosità archeologiche per poter dire di avere appoggiato il piede dove Lui ha camminato. Non è questo l’importante e poi i tempi sono troppo distanti e i cambiamenti troppo radicali per una illusione infantile del genere
Dal momento che la religione cristiana non è una filosofia o una ideologia o un trattato di morale ma l’incontro dell' umanità con Dio mediante la persona di Cristo Gesù, Figlio di Dio presentando una terra e un popolo e un tempo determinati, mi piace andare a guardare il cielo e le montagne e le colline e il lato che lui ha guardato, come a respirare il clima che lui ha respirato nei giorni della sua vita mortale.
La resurrezione ha cambiato tutto, nel senso che e ha tolte le limitazioni di spazio e di tempo e il Gesù di Nazareth morto a Gerusalemme è diventato Signore della storia e salvatore di tutti i popoli. Per cui, se prima si doveva andare dove c'era lui per trovarlo, dopo di questo fatto storico e di fede Cristo è diventato contemporaneo di tutti i tempi e compaesano di tutti gli uomini. E posto che la sua opera giunge ovunque, si deve concludere che ogni terra è santa. Difatti la terra di Canaan è divenuta terra santa a causa sua e non viceversa.
Questo mi permette di guardare con più rispetto e affetto e venerazione la mia terra e la mia storia, dove non manca la presenza di Cristo risorto, e di guardare anche la nostra vita nella cornice della vita di Cristo. Pertanto ogni bambino che ci nasce attualizza il Natale, ogni persona che soffre nel corpo e nell’anima e muore attualizza la Passione del Signore, ogni ingiustizia ricalca l'ingiustizia contro di Lui e ogni perdono è un riflesso del suo perdono. E come lui, per spiegare il mistero del regno, partiva dai campi e dai prati e dall’acqua e dai bambini e dagli uccelli e dagli alberi che aveva sotto gli occhi, così noi dobbiamo vedere nel nostro ambiente fisico e umano una parabola continua dell' intervento salvifico di Dio nella storia.
In questa maniera ognuno di noi ripeterà, rivivrà l' esperienza di Cristo, che andava in giro per le borgate della Galilea e della Giudea guarendo, liberando, consolando, insegnando. Così non solo leggeremo la Bibbia, ma scriveremo la nostra Bibbia, con i nostri profeti, i nostri proverbi, i nostri fatti belli e brutti, le nostre virtù e le nostre infedeltà o idolatrie.
Non so come si presenterà Betlemme o Nazareth o Gerusalemme o Betania o Emmaus. So però che mi sentirò più attaccato al paese in cui sono nato e cresciuto, dove ho fatto e faccio da prete, alle mie chiese e alle case della mia gente, agli amici che ristorano la mia anima. E davanti alle tombe dei miei morti o sentirò più forte la commozione e la parola di Cristo: “Io sono la resurrezione e la vita”. Non mancherà una lacrima sulle tante croci del mio popolo, come Cristo su Gerusalemme, e mi sentirò più invogliato a pregare nella mia lingua. Sul suo esempio , che, nel momento di morire per tutti, non ha voluto rinunciare alla consolazione della lingua di sua madre.

Nessun commento:

Posta un commento