34
Ogni terra è santa
Giunti
alla fine della traduzione della Bibbia, il nostro gruppo di “Glesie
Furlane”, che ha sempre privilegiato un confronto sistematico fra
Bibbia e vita e popolo, ha proposto un viaggio in Palestina, nei
luoghi che Dio ha scelto come culla e contesto dell' incarnazione
del figlio. Nell'occasione ricorderò, insieme agli amici, i miei
trent’anni da prete: tanti, tormentati ma anche esaltanti.
Andando
in terra santa, non mi aspetto di trovare niente di particolare e non
vado neanche con curiosità archeologiche per poter dire di avere
appoggiato il piede dove Lui ha camminato. Non è questo
l’importante e poi i tempi sono troppo distanti e i cambiamenti
troppo radicali per una illusione infantile del genere
Dal
momento che la religione cristiana non è una filosofia o una
ideologia o un trattato di morale ma l’incontro dell' umanità con
Dio mediante la persona di Cristo Gesù, Figlio di Dio presentando
una terra e un popolo e un tempo determinati, mi piace andare a
guardare il cielo e le montagne e le colline e il lato che lui ha
guardato, come a respirare il clima che lui ha respirato nei giorni
della sua vita mortale.
La
resurrezione ha cambiato tutto, nel senso che e ha tolte le
limitazioni di spazio e di tempo e il Gesù di Nazareth morto a
Gerusalemme è diventato
Signore della storia e
salvatore di tutti i popoli. Per cui, se prima si doveva andare dove
c'era lui per trovarlo, dopo di questo fatto storico e di fede Cristo
è diventato contemporaneo di tutti i tempi e compaesano di tutti gli
uomini. E posto che la sua opera giunge ovunque, si deve concludere
che ogni terra è santa. Difatti la terra di Canaan è divenuta terra
santa a causa sua e non viceversa.
Questo
mi permette di guardare con più rispetto e affetto e venerazione la
mia terra e la mia storia, dove non manca la presenza di Cristo
risorto, e di guardare anche la nostra vita nella cornice della vita
di Cristo. Pertanto ogni bambino che ci
nasce attualizza il Natale, ogni persona che soffre nel corpo e
nell’anima e muore attualizza la Passione del Signore, ogni
ingiustizia ricalca l'ingiustizia contro di Lui e ogni perdono è un
riflesso del suo perdono. E come lui, per spiegare il mistero del
regno, partiva dai campi e dai prati e dall’acqua e dai bambini e
dagli uccelli e dagli alberi che aveva sotto gli occhi, così noi
dobbiamo vedere nel nostro ambiente fisico e umano una parabola
continua dell' intervento salvifico di Dio nella storia.
In
questa maniera ognuno di noi ripeterà, rivivrà l' esperienza di
Cristo, che andava in giro per le borgate della Galilea e della
Giudea guarendo, liberando, consolando, insegnando. Così non solo
leggeremo la Bibbia, ma scriveremo la nostra Bibbia, con i nostri
profeti, i nostri proverbi, i nostri fatti belli e brutti, le nostre
virtù e le nostre infedeltà o idolatrie.
Non
so come si presenterà Betlemme o Nazareth o Gerusalemme o Betania o
Emmaus. So però che mi sentirò più attaccato al paese in cui sono
nato e cresciuto, dove ho fatto e faccio da prete, alle mie chiese e
alle case della mia gente, agli amici che ristorano la mia anima. E
davanti alle tombe dei miei morti o sentirò più forte la commozione
e la parola di Cristo: “Io sono la resurrezione e la vita”. Non
mancherà una lacrima sulle tante croci del mio popolo, come Cristo
su Gerusalemme, e mi sentirò più invogliato a pregare nella mia
lingua. Sul suo esempio , che, nel momento di morire per tutti, non
ha voluto rinunciare alla consolazione della lingua di sua madre.
Nessun commento:
Posta un commento