venerdì 4 febbraio 2011

04 L’importante sono gli angeli, non le ali


04 L’importante sono gli angeli, non le ali

Puntuale è arrivato il Missus, una tradizione aquileiese che fa parte del nostro DNA religioso e che non possiamo lasciare cadere nel dimenticatoio.
Mi hanno raccontato amici preti che in un paese lo hanno ripristinato dopo quindici anni. La gente ha ripreso a cantarlo sotto voce e la terza volta lo cantava a squarciagola tanto che sembrava la chiesa crollasse. C’era un popolo intero che riportava a galla la coscienza della sua memoria religiosa.
Il Missus ha il vantaggio di non avere bisogno di coreografia. È bello di per sé. Non necessita nemmeno del prete. È sufficiente un buon cantore.
Io ho preso l’usanza, intanto del Missus, di volare con la fantasia. Cerco di vivere il racconto di Luca come fosse un film. Peraltro anche la struttura è simile a uno sceneggiato. Comincio naturalmente, all’inizio, con l’angelo. Missus est angelus Gabriel a Deo…..
Ma esistono gli angeli?
Stando alla tradizione biblica e cristiana debbo dire che esistono. Addirittura sono divisi in schiere e in cori. Degli arcangeli conosco anche i nomi: Michele, quello della guerra finale, Raffaele, quello di Tobia, e Gabriele, quello della Madonna.
È chiaro che questa precisazione su un mondo così misterioso ti fa venire un sospetto. Che abbiano voluto dare anche a Dio, al Re dei re, tutto quell’armamentario che anche il re più macaco di questo mondo si può permettere. Con la differenza che i servi di lassù dovrebbero essere più efficienti, se non altro per il vantaggio che sono solo pura intelligenza e niente mascelle, esattamente il contrario di questi sulla Terra.
Perciò preferisco lasciare intatto il mistero in merito al mondo di lassù e cerco gli angeli qua giù. Perché l’importante non è che gli angeli abbiano le ali, ma che all’uomo giunga il messaggio, la voce, la presenza, il conforto di Dio. Gli angeli, di fatto, sono i suoi postini. Cosa c’è scritto in questa “lettera” di Gabriele? “sii contenta… il Signore è con te…benedetta… Dio può tutto”.
Io riesco a vedere gli angeli anche lungo le strade di questo Friuli che crede così poco negli angeli. Ogni volta che si apre una porta, che giunge una parola di conforto, che qualcuno ti aiuta a vivere e a sperare, arriva l’angelo di Dio. Un bambino che va a fare visita a un anziano, un figlio che si ricorda dei genitori, un giovane che aiuta in paese, qualcuno che si interessa di te e ti aiuta a vivere. Anche un cane o un gatto o un canarino può essere un angelo per chi è solo, anche un fiore, un buon libro, la radio e la televisione. E non ho considerato gli angeli naturali, di professione, che sono il padre e la madre e i nonni e il marito e la moglie.
Chiediamo che Dio ci mandi sempre il suo angelo ma facciamo un passo oltre: cerchiamo di diventare noi stessi angeli.
Lo so che Dio potrebbe cavarsela benissimo da solo, a fare tutto. Ma è intelligente: vuole che lo aiutiamo. E il sapere, che io, povero verme della terra, sono un angelo di Dio, mi provoca un gran prurito nell’anima, come se stessi sbattendo le ali.
Infatti l’angelo fa un grande regalo ma anche lo riceve. Fa contenti gli altri ma anche lui se ne va via più leggero.

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