sabato 5 febbraio 2011

09 Madonna Candelora: festa di tutte le età


09 Madonna Candelora: festa di tutte le età della vita.

Come tutte chiese del mondo, anche noi dobbiamo celebrare la festa della Madonna Candelora, a coronamento e completamento del mistero del Natale.
Mentre cantavo il vangelo, così splendido che narra del regalo e della sacralità della vita di Cristo, come rovina e resurrezione e simbolo di contraddizione, di Maria trafitta con la spada nel cuore, quel cuore che come un’ arca racchiudeva tutti questi misteri, dal vecchio Simeone che chiedeva il permesso di andarsene dopo aver visto la salvezza, di Anna, vedova per tutta una vita trascorsa in chiesa, mi sentivo proprio come l’asino di Buridano: non sapeva da che cosa iniziare. Ci sono momenti nella liturgia in cui è meglio tacere. E fare un raffronto interiore, un’attualizzazione fra il mistero della liturgia e il mistero della vita.
Così per un attimo ho dimenticato la maestà di Gerusalemme e del suo tempio, e mi sono fermato e umiliato della mia comunità così povera, l’ultima del comune di Basiliano, che si ricorda di noi solo per la vaccinazione dei cani, con le tasse e le schede elettorali. Ma anche noi, nella nostra povertà, abbiamo tutti gli ingredienti del vangelo di Luca.
Abbiamo i bambini, non tanti a dire il vero, che affrontano il viaggio lungo e ingarbugliato della vita partendo dal tempio, dal battesimo, dalla religione cristiana. Abbiamo anche qualche genitore che prima li porta, quando sono piccoli, e poi li accompagna, quando crescono in età e in birbanteria. Abbiamo madri col cuore sanguinante e padri carichi di preoccupazioni. Abbiamo qualche Simeone e un enorme quantità di vedove, tutte al di sopra degli ottanta anni d’età, che hanno dovuto farsi forza e affrontare la vedovanza con la pensioncina che lo stato passa loro, con qualche pettegolezzo riguardo i fatti del paese e con la messa mattutina, come Anna nel tempio.
Nel tempio della nostra comunità abbiamo tutte le età, come nel vangelo della presentazione. Ognuna con le sue soddisfazioni e ognuna con i suoi problemi. L’importante è che ognuna faccia il suo dono al Signore: i bambini regalano la loro innocenza e la giornata che li attende, i grandi donano le soddisfazioni e le preoccupazioni della famiglia e del lavoro, gli anziani offrono il lavoro di una vita, inoltre le preghiere e i dolori fisici, la loro esperienza e la loro sapienza. Gli anziani che spesso si trovano in un mondo così confusionario parlano come san Simeone: “Signore, lascia andare a riposare anche me”.
Benedetto il grande tempio di Basagliapenta, dove ogni persona cerca d’essere una candela, difatti la candela riveste mille significati, uno più bello dell’altro. Si consuma dando vita agli altri: è bella da nuova ma più utile e cara man mano che si consuma. È fabbricata con la cera delle api, che la producono bottinando i fiori più profumati e freschi,a differenza delle mosche, condannate a vivere nello sporco e nel letame.
La preghiera che ripeto ogni anno in questa giornata è di poter avere una comunità di api che si nutrano con le cose positive della vita, non di mosche rabbiose e sporche, che possano essere vitali da quando aprono gli occhi fino a che avranno stoppino e cera; che la nostra comunità possa godere dei doni specifici e preziosi di tutte le età della vita. Perché la Candelora è la festa della famiglia, dei bambini, dei genitori e dei nonni. Non si può banalizzarla tramutandola nella festa delle monache, come si fa a Udine.
Queste vanno ricordate, lodate e ringraziate in un’altra occasione.

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